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GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK
(GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 28 febbraio 2006
 
di George Clooney, con David Strathairn, Robert Downey Jr., Frank Langella, Patricia Clarkson, George Clooney, Jeff Daniels, Ray Wise (Stati Uniti, 2005)
 
Il 15 ottobre 1958, dopo che il suo programma “See it Now” era stato confinato nella zona morta della griglia oraria della CBS, al giornalista Ed Murrow veniva reso omaggio da parte di dirigenti e colleghi. Frammenti di conversazioni su sfondo jazzy, trasparenze tintinnanti di bicchieri, sorrisi e ammiccamenti, collegialità autentica o ostentata: e, subito, le rasoiate, splendide, immediate di un bianco e nero saturo che attraverso il fumo delle sigarette non ci abbandonerà più fino al termine, intento a scrutare i dettagli rivelatori nelle mimiche e nei comportamenti. Mondanità del malessere: poiché soltanto tre anni sono trascorsi da quando il celebre conduttore televisivo, con l'appoggio incondizionato della sua redazione e quello un po' più reticente della direzione della rete è riuscito a rivelare le pratiche intimidatorie, menzognere ed illegali del senatore Joseph McCarthy. Presidente del Comitato parlamentare per le attività antiamericane, creatore delle liste nere su presunti comunisti o simpatizzanti di questi; all'origine di tutta una serie di delazioni, licenziamenti, perfino suicidi che costituirono la macchia di quegli Stati Uniti che dalla presidenza dell'onesto Truman transitavano a quella del repubblicano Eisenhower.

Costruito, quasi in tempo e spazio reale, in un blocco monolitico, costantemente vitalizzato da un montaggio spericolato, conciso e diretto, perfettamente concluso espressivamente, GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK appare immediatamente come un altro esempio, forse il più sorprendente (considerata l'immagine di affascinante erede dei Cary Grant e Gregory Peck che contraddistingueva il proprio autore) di tutta una serie di film che si stanno rivolgendo al presente ed alle sue preoccupazioni. In piena epoca di futilità digitali (se vogliamo parlare di effetti speciali ad uso dinosaurico e simili), famosi e grandi fratelli reduci da isole e fattorie varie (se ci riferiamo al mezzo caro a Ed Murrow) è infatti tutta una serie di film “politici” che si sta clamorosamente affermando. Dall'infinitamente grande della globalizzazione di MUNICH di Spielberg all'infinitamente modesto, ma finalmente coraggioso ed esplicito, della dimensione nazionale del GROUNDING di Michael Steiner sugli ultimi giorni della Swissair. Dallo stesso Clooney, che in veste di attore indaga nell'imminente SYRIANA sugli intrighi petroliferi del Medio Oriente a Fernando Meirelles, che in THE CONSTANT GARDENER denuncia le malefatte dell'industria farmaceutica in Africa; dal Claude Chabrol di L'IVRESSE DU POUVOIR sull'affare Elf all'Oliver Stone che sta terminando il suo film sull'11 di settembre; a Clint Eastwood che ritorna al conflitto con i giapponesi della seconda guerra mondiale, per non parlare di tutto un cinema più piccolo dedito alla denuncia. GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK appare allora come un epigono (cosi brillante da designarsi a sorpresa fra i primissimi candidati ai prossimi Oscar) e forse un raffinato capofila di un'eredità che si pensava perduta: quella dei dossier ad alto contenuto politico e civico di Francesco Rosi, del Pakula di TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE, dei Pontecorvo, dei Costa-Gavras.

Tutto all'opposto dell'irruenza demagogica di un Michael Moore, Clooney costruisce la propria riflessione sul risultato di una fusione espressiva: quella fra la densità nobile e raffinata del bianco e nero delle sequenze di finzione e il grigiore sgranato e mediocre degli spezzoni di attualità dell'epoca. McCarthy non è mai ricreato nel film; soltanto mostrato nelle sue apparizioni autentiche, evidenziato e svelato dalle proprie parole e dal proprio agire. Nobiltà e dignità della parola e dell'immagine, da una parte (e pure contraddizione; come era d'obbligo quando tutti i dipendenti della CBS dovevano sottoscrivere, pena il licenziamento immediato, di non avere simpatie sospette) che la formidabile presenza di David Strathairn, ma pure la tensione in tutti gli altri attori evidenzia in emozione fortissima. E ambiguità, manipolazione dall'altra.

Cosi, GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK nasce come cronaca di uno scontro storico: sobria ed efficace nella sua esigenza di evitare ogni contaminazione melodrammatica. Ma cresce ben presto in riflessione etica e sociale sul ruolo del quarto potere, dell'informazione, nella difesa della libertà e della verità. Nel rifiuto di un servilismo di comodo ad ogni forma di potere; politico, ma anche più semplicemente, e subdolamente consumistico. Primo fra tutti quello di una televisione “usata per distrarre, illudere, divertire e isolare”, che finisce per attualizzare il film di Clooney in modo quasi profetico. Proprio come nel discorso di Murrow che ritorna per chiudere il film: “ Non ho alcuna animosità nei confronti di miei dirigenti, e nemmeno degli sponsor, o dei critici delle radio e delle televisioni. Ma sono angosciato da come questi due mezzi agiscono sulla nostra società, la nostra cultura e la nostra eredità. Se fra cinquanta o cento anni degli storici si chineranno su di esse scopriranno, in bianco e nero o a colori, tutte le prove della nostra decadenza, della nostra fuga e del nostro isolamento nei confronti delle realtà del mondo che ci circonda".


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